Mi ci è voluto molto per comprendere
le cause di questa mia irrefrenabile pulsione nel cercare di “aprire
gli occhi” alle altre persone, di renderli consapevoli, di
voler svegliare il loro senso critico ecc....poi la verità mi
è balzata come di colpo, l'origine risiede nella mia voglia (neanche
troppo inconscia) di distruggere il mondo e tutta l'umanità; provate
voi a cercare la consapevolezza del funzionamento del vostro apparato
respiratorio, provate a pensare a respirare, in poco tempo il
vostro respiro diventerà affannoso, vi prenderà l'ansia. Qualunque
gesto spontaneo, incoscio, automatico, vi diventerà difficoltoso se
doveste attimo dopo attimo pensarlo,se doveste renderlo consapevole.
Poi mi rendo conto che è solo un altra
delle mie illusioni, l'Asma, oltre che incurabile non è infettiva,
non è trasmissibile....
Nei sentimenti basta una parola per
fare la differenza fra inferno e paradiso.
Che senso ha parlare di plagio quando
Jung dimostra che nell'inconscio di ogni individuo sono
cristallizzati archetipi arcaici e collettivi?
Non ho mai conosciuto nessuno di
minimamente interessante che non passi almeno al metà del tempo in
lotta contro se stesso.
Delle sere quando avrei bisogno della
forza di stare sveglio fatico a tenere gli occhi aperti, altre volte
quando vorrei dormire non riesco proprio ad assopirmi...... è il
desiderio ( o avere sempre il desiderio sbagliato?) la causa di ogni
male.
Gran parte delle persone teme la
solitudine e il silenzio perché non ha la forza di sopportare l'eco
della moltitudine che gli urla dalle viscere.
Ed eccomi di nuovo solo, schiacciato
dalla vita, senza te, che non mi aiutavi a sorreggerne il peso, ma mi
cancellavi la forza di gravità.
Non è una caso che nell'estasi della
sessualità il nostro respiro si faccia affannoso, come se sentissimo
dentro di noi l'assenza di ossigeno; il Sospiro, tanto lontano dal
respirare dei viventi, sintomo di quella vertigine, di quello stato
anaerobico celestiale, che nel grembo materno ci dona
quell'inarrivabile leggerezza antecedente alla condanna della
nascita.
Se volete conoscere bene una persona
chiedetegli quali sono i libri che ama. Apprezziamo più di tutti un
libro o un autore quando si legge qualcosa che se avessimo avuto il
talento o la voglia avremmo potuto scrivere noi stessi, perché parla
di noi....
Il vero artista illuminato è
necessariamente o un visionario, o un emarginato, o un incompreso, o
un solitario; fa parte del suo essere, è una caratteristica
intrinseca.
Non riesco (e da quello che leggo credo
non vi riuscisse neanche Nietzsche) ad immaginare qualcuno che sia
arrivato al “Vero” in una vita di successo sociale e adulazione
come un D'Annunzio qualunque. La spaventosa bellezza della pura
essenza non delizia né gli occhi né le orecchie ma lacera il
petto....affermazione sacrosanta, ma devo smetterla di giustificar
mi
con certe illusioni.
Molte filosofie sono scuole di vita che
hanno per maestri persone che non sanno vivere.
Nuova teoria sulla pazzia: l'uomo non è
nato per vedere la “realtà delle cose”, qualora questo succede
si è dei geni oppure dei pazzi.
Quando due persone si amano si assiste
ad un annullamento dell'uno nell'altro, all'unione di due incompleti
poli opposti, si abbandona la dualità per assistere alla nascita di
un essere a sè stante, superiore, indipendente, che ha vita propria,
e che irradia il mondo rendendolo paradisiaco agli occhi delle sue
metà generatrici.
Ammiro i vecchietti del bar che pur col
peso della loro esperienza riescono a stare insieme e divertirsi fra
di loro. Io che neanche ad un terzo della loro età fatico a
trattenere la nausea di fronte al genere umano.
Mi sono reso conto che la mia posizione
preferita per dormire è quella fetale, e leggo ovunque che questa
posizione viene assunta dalle persone nei momenti di inquietudine,
fragilità, insicurezza. Penso invece che non lo facciamo per
ricordare la sicurezza del grembo materno, ma per desiderarlo
inconsciamente. Dopotutto cosa c'è di meglio di oziare beatamente
nel posto più bello del mondo cullandosi in una paradisiaca
non-
coscienza.
Aver letto libri, saggi e teoremi non
ci rende filosofi, le letture sono solo le fondamenta su cui
costruiamo i nostri enormi e spaventevoli castelli.
Quando al risveglio il tuo primo
pensiero è lo stesso che non ti faceva chiudere occhio la sera
precedente capisci che i veri incubi non stanno nel sonno.
Sopra la testata del mio letto c'è una
mensola malmessa, mal fissata al muro, con sopra grosse cianfrusaglie
prese qua e là in giro per il mondo, di notte basterebbe un
terremoto di media entità o un cedimento delle viti per farla
crollare e spappolarmi la testa. Ma se da un lato questa cosa mi
intimorisce, c'è una strana accidia che mi evita la premura di
sistemarla o toglierla, e questa accidia mi inquieta non poco......Ma
mi fa apprezzare ogni risveglio come una conquista o come un regalo
del fato.
X mi attacava dicendo che la mia
passione per la psicologia non era altro che una sadica voglia di
scoprire le debolezze altrui, per poter in questo modo alleggerire il
peso delle mie inestinguibili insicurezze, e che sbagliavo a
divertirmi delle mie presunte analisi.
Io mi difendevo dicendo che, pur non
avendo alcun sadico movente oltre alla semplice passione per una
delle tante discipline che si occupano della coscienza umana, anche
senza volerlo con l'esperienza avevo notato che la più profonda e
insanabile tara che unisce tutti gli esseri umani è proprio
l'insicurezza. Questa percezione scomoda della nostra fragilità e
della nostra traballante figura che ci tormenta, e tutti tentano
svariate tecniche (osservando le persone si potrebbero riempire
parecchi manuali) per mascherare a se stessi e agli altri questo
fastidioso sentimento, costruendosi un “armatura” per difendere
il proprio debole Essere dagli attacchi esterni.
X:<E allora, visto che anche tu sei
umano, e quindi implicitamente ammetti che anche tu qualche
“tecnica”, qualche “scudo” lo usi, quale giustificazione
avresti? Cosa hai tu di meglio degli altri che ti darebbe questo
fantomatico diritto di “sbugiardarli” ?>
Che io sono consapevole e reo confesso,
delle mie armature.....
L'Estasi è una condizione che è oltre
il piacere, il piacere ne è conseguenza e possibile causa, ma non è
l'Estasi. Confondere l'Estasi con il piacere è come confondere la
vertigine con il volare.
La triste speranza di esplodere,
scomparire, senza lasciare più traccia della propria esistenza, che
non ha motivo ragionevole per essere ricordata, e
contemporaneamente scrivere per coltivare un illusoria speranza di
lasciare un segno nella storia dei lamenti....
Schizofrenica incoerenza della
disperazione.
Lo stile di un artista consiste in
nient'altro che vezzi, fissazioni, e stati d'animo che persistono e
si ripetono nel tempo.
La gente beve o usa droghe, religioni,
tecniche di meditazione ecc per dimenticare la proprie angosce e i
propri problemi, io ho provato di tutto ma non sono mai riuscito a
dimenticarmi.
Come se non bastassero le delusioni e
l'insoddisfazione di un lavoro malpagato e per niente stimolante, ci
tocca anche “vivere”.
Pessimisti sono quegli uomini che sono
stati ripetutamente delusi dalla vita e dal mondo, chi non ha mai
provato questa sensazione si dimostra privo del coraggio di sfidare
Dio e privo del senso dell'
assoluto.
Analizzare, scannerizzare, scomporre
ogni proprio sentimento, illusione, convinzione, e particella, fino
alla decomposizione “cosciente” della propria materia, con
l'illusione di ritornare allo stato minerale e di ricongiungersi al
nulla cosmico.
Maledizione di un saprofita
pseudo-suicida masochista.
Se la natura non avesse potuto fare a
meno di evitarci la tortura di avere una coscienza, avrebbe potuto
almeno risparmiarci il fastidio del “senno di poi”.
La Felicità è come la droga, ti
annebbia i sensi, ti fa star bene, ti convince che tutto sia bello e
perfetto, poi quando finisce ti lascia vuoto, stordito, e spesso non
riesci neanche a ricordare bene quelle sensazioni perché il tuo
cervello addormentato dal piacere non è recettivo, creativo, e
quindi rimane povero.
Il dolore e l'insofferenza, invece
costringono a riflettere,elaborare, costruire, a muoverti, a fare
qualsiasi cosa che possa cambiare la situazione in cui ti trovi,
spinto da una strana forza, un irrefrenabile prurito provocato da
milioni di tarme che ti rodono il petto, che ti costringono a lottare
per trovare una via di fuga, per risolvere i problemi e raggiungere i
propri desideri, come da sempre fanno gli uomini per cambiare se
stessi e il mondo in cui vivono. Per questo è la sofferenza, la più
grande ricchezza e il motore inesauribile dell'umanità e della storia.
Se la Felicità fosse permanente non
avrebbe quelle caratteristiche celestiali che la contraddistingono,
l'eccezionale per definizione non può essere routine, ontologia,
norma. Non si può essere e definirsi santi se non si è mai
incontrato un peccatore ecc . Chi si dichiara sempre felice confonde
la felicità con la serenità, l'estasi con il piacere, la catarsi
con la voluttà.... Chi si dichiara perennemente felice non ha mai
provato la Felicità.
L'unico motivo per cui non l'ho ancora
fatta finita è che sono un bambino dispettoso, godo nel trasmettere
un po' del mio disgusto alle persone che incontro.
L'inconcludenza della filosofia è
superata solo dall'inettitudine di chi la apprezza e di chi la
scrive.
L'uomo non è fatto per essere felice,
anche quando raggiunge ciò che desidera, si inventerà sempre nuovi
desideri inderogabili e irraggiungibili, getterà al vento le proprie
agognate conquiste e si incamminerà verso l'angoscia del Vorrei.
C'è qualcosa di artistico
nell'ingranaggio dell'orologio. Ti lamenti che la lucidità ti
costringe a vedere l'orrore, la disgustosa realtà delle cose, ma
quando tu hai la visione del Tutto, hai la visione del meccanismo che
regola l'universo, tu sei come un dio che non ha bisogno di
adorazione, ma che dall'alto della sua dimensione può compiacersi
nel vedere questa meravigliosa opera che si è fatta da sé, e da
sola nella sua perfezione si preserva e si perpetua.
Il Divino, l'energia primordiale, il
Bello, è in ogni cosa e in ogni essere umano, e la bruttezza, e il
meschino, derivano dal fatto che non tutti ne sono consapevoli, e
quindi non possono esserne manifestazione ed espressione. Per avere
consapevolezza del proprio Essere si deve aver sofferto, e perché si
soffre? Perché talvolta quell'energia è in eccedenza rispetto alla
capacità standard di un corpo mortale, e quell'immensa energia si
sente ingabbiata in un corpo e lotta per uscire, scuotendolo
dall'interno.