Riten (Il Rito) - Ingmar Bergman
Svezia 1969
72 min
Prodotto
per la televisione nel 1969, Il Rito fa parte di quel filone
bergmaniano, che conta fra gli altri titoli come Persona, L'ora del
Lupo e L'immagine allo specchio, che abbandona gli interrogativi
senza interlocutore sul silenzio di Dio e sulla necessità di un
qualcosa che sia oltre all'umana immanenza e sofferenza, e inizia ad
occuparsi della follia e delle perversioni dell'animo umano.
Un
trio comico in tournée in un paese straniero viene accusato di
oscenità dalla censura. Attraverso gli interrogatori con il giudice
e le conversazioni intime fra gli attori, Bergman crea quattro figure
psicologiche ricchissime, quattro anime complesse,instabili, deboli e
negative, e le umilia costringendole (questa è una tipicità, e una
grandezza dei film di Bergman) passo dopo passo a mettersi a nudo, a
confessare i propri peccati e le proprie finitezze di fronte
all'unico e implacabile vero giudicante, la vita.Dalla donna epilettica, isterica e infantile, al giovane attore forte e spavaldo, ma eccessivamente dissoluto e turbato da insanabili inquietudini, all'attore navigato e saggio che non riesce però a tenere in piedi il rapporto con la moglie e accetta così il ruolo di "protettore" del “menage” fra la moglie e il suo collega, decidendo di vivere per gli altri non riuscendo a vivere di se stesso. E infine il giudice, uomo meschino e represso, che fa del cinismo e della crudeltà, a suo dire intrinsechi al proprio mestiere, l'unico mezzo per sostenere il suo altrimenti debole essere, provando un sadico piacere nell'inquisire prima di tutto la moralità degli attori stessi che non il numero teatrale sotto inchiesta.
Ma alla resa dei conti sarà proprio il giudice ad essere sconfitto, perché in una battaglia fra deboli e disarmati vincerà sempre chi possiede almeno l'arma dello Spirito e della poesia.

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