"Shadows and Fog" (Ombre e Nebbia) - Woody Allen
USA 1991
86 min.
Sam
Kleinman è un individuo debole, incapace a vivere, maltrattato dal
datore di lavoro e dalla padrona di casa. Nel pieno della notte viene
svegliato da un gruppo di compaesani che lo costringono a prendere
parte ad un fantomatico “piano” per catturare un serial killer
strangolatore che terrorizza la città, poco importa che nessuno si
prenda la briga di spiegare a Kleinman in cosa consista questo
“piano”. Il film è un omaggio alle atmosfere surreali de “Il
Castello” di Kafka, e lo stesso Kleinman, alter ego del letterario
K, è un individuo schiacciato da una realtà assurda, trattato con
sospetto e ostilità dagli abitanti del paese, senza che riesca
nemmeno a capire quale sia la sua colpa.
La
nebbia che avvolge i vicoli tetri del paese, fa da cornice alle
peripezie e agli incontri surreali di Klienman; da un dottore che si
illude di poter scoprire le cause biologiche della malvagità
vivisezionando il cervello dell'assassino, ad un interessante
conversazione in un bordello, sull'illusorietà della vita e
sull'esigenza umana di avere una qualche forma (anche illusoria) di
divinità, tra alcune prostitute ed un giovane, depresso, studente
universitario, La nebbia che avvolge i vicoli del paese è il simbolo dell'isteria collettiva degli abitanti per un pericolo che non si riesce a vedere, che non si riesce a capire, e che li porta a prendere come capo espiatorio il debole di turno, il mite Kleinman, che, accerchiato dalla folla mentre conversa con una mangiatrice di spade (Mia Farrow) del circo stabilitosi in paese, viene accusato degli omicidi.
Klienman si allontana dal paese e si nasconde nel circo, dove ha uno sgradito incontro con lo strangolatore che cercherà anch'egli di ucciderlo, riuscirà a salvarsi solo con l'aiuto del maestro illusionista del circo, che dopo aver appreso della passione di Klienman per la magia gli offrirà di unirsi alla carovana itinerante e di fargli da assistente.
Dopo un momento di titubanza, Klienman deciderà di abbandonare l'assurdità e l'illusoria stabilità della sua vita impiegatizia, per seguire i sogni e la poesia consolatoria dell'illusione magica.
“ tutti amano le proprie illusioni, ne hanno bisogno, come l'aria che respirano”

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