Touche pas à la femme blanche (Non toccare la donna bianca) - Marco Ferreri
Fra - Ita 1974
108 min.
I
film di Marco Ferreri non sono mai solamente dei film, ma sono anche
ispirate analisi sociologiche ed antropologiche. Che purtroppo a
trenta anni di distanza continuano a rivelarsi terribilmente attuali,
se pensiamo alla criticità della nostra epoca dal punto di vista
economico-sociale.
"Non
toccare la donna bianca" è una grottesca rivisitazione della
battaglia del Little Big Horn, ambientata nella Parigi degli anni
70', nella periferia della metropoli in continua trasformazione, dove
dominano gli interessi del capitalismo edilizio, a discapito della
popolazione meno abbiente, che è costretta a sopportare le
ingiustizie perpetrate in nome del "progresso" e dello
"sviluppo".Ancora attualissime sono le figure in giacca e cravatta che rappresentano il potere economico, che si serve del braccio forte dell'esercito e della polizia (da sempre servitori della patria, ovvero della proprietà privata) per difendere i propri meri interessi economici, con la servile protezione dei media e della cultura accademica organica.
Il nemico contro cui il settimo cavalleria deve abbattere tutta la sua forza e crudeltà sono gli indiani, simbolo di quella parte della società che viene emarginata nelle riserve, nelle banlieu della metropoli alienante, perché presunta causa del ristagno dell'economia.
Una massa di "bruti capaci solo di far figli", poveri, puzzolenti, sfaticati, che non riconoscono l'importanza della proprietà privata, e di quel "sano egoismo" che è il motore dello sviluppo e del progresso economico.
Ormai stanchi per aver perso troppo tempo a cercare di integrare (non sappiamo come e con quanto sforzo) questa massa di reietti, gli uomini del potere decidono di provvedere alla "soluzione finale" affidando l'incarico di attuare l'opera di selezione sociale al famoso generale Custer (interpretato da Marcello Mastroianni), classico personaggio mediatico, "salvatore della patria", in grado con la sua fama di oscurare agli occhi dell'opinione pubblica l'inequivocabile crimine perpetrato.
Ma qualche volta nella storia dell'uomo, anche i poveri, i deboli, i reietti, i proletari e anche gli indiani, possono riuscire a vincere la loro battaglia e a far trionfare la giustizia. Abbandonando le proprie differenze e facendosi forza l'un con l'altro, un popolo può sconfiggere gli oppressori. Quando il popolo smette di combattere individualmente e a mani nude contro le mitragliatrici del potere, si arma, si unisce, e combatte come un unico collettivo, può vincere, anche contro un esperto della guerra come Custer, che si domanda incredulo come gli indiani abbiano imparato (finalmente) a fare la guerra.
Il film è impreziosito da un cast di tutto rispetto, in cui spiccano Marcello Mastroianni (Custer), Catherine Denueve (patriottica amante del generale Custer), Michel Piccoli (Buffalo Bill), un ispirato Ugo Tognazzi (un meticcio esploratore e assistente di Custer) e un giovane Paolo Villaggio nella parte di un agente della CIA in incognito nella veste di professore di antropologia, che farà la parte di "agitatore” da “strategia della tensione”(ricordiamoci che siamo negli anni 70') e regista oscuro degli eventi.

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