La leggenda di Kaspar Hauser - Davide Manuli
ITA 2012
95 min.
...nei
ritmi ossessivi la chiave dei riti tribali....(Franco Battiato)
Tra
gli studi sociologici e etnologici che in questi ultimi anni si sono
adoperati a cercare di codificare lo strano mondo che ruota intorno
alla musica elettronica - in particolare nelle sue manifestazioni più
estreme, come rave, tekno-nomadismo, e utilizzo di sostanze
psicotrope – spiccano le analisi dell'etnologo francese George
Lapassade, che meglio di tutti ha individuato, nell'esperienza della
danza al ritmo della musica tekno - con le sue ripetizioni
ipnotiche, i suoi rituali e le sue connotazioni
psichedelico-spirituali – ciò che più si avvicina, nel odierno
mondo occidentale, ai riti arcaici basati sugli stati alterati di
coscienza, e sulla trance mistica, che tuttora oggi vengono
perpetuati in molte regioni del mondo.
Al
di là delle peculiarità delle singole religioni, tutti i riti che
si indirizzano al raggiungimento della trance, si basano sulla
trascendenza del Sé individuale, verso uno stato di coscienza
superiore, più saggio e illuminato, ma allo stesso tempo ebbro e
fortemente intriso di una natura panistica e orgiastica. Utilizzando
una simbologia occidentale, lo stato alterato di coscienza proprio
della trance, appare indubbiamente come il regno indiscusso di
Dioniso, elemento primigeno della natura, dio dell'estasi e della
liberazione dei sensi.
Dioniso,
oltre che mezzo uomo e mezzo animale, viene descritto anche come
l'Eterno Bambino, rappresentazione classica del Puer Aeternus,
classificato da Jung e da Hillman come l'archetipo psicologico della
fanciullezza, del rinnovamento, dell'ebrezza e del caos, con tutto il
suo corollario di attributi e potenzialità sia positive che
negative; nonché immagine giovanile dell'archetipo mitologico di
quel “buon selvaggio” che noi “moderni” tanto nostalgicamente
rimpiangiamo.
La
storia di cronaca, poi mitizzata dal romanticismo e da alcuni gruppi
esoterici, del Fanciullo d'Europa Kaspar
Hauser, fece molto parlare di sé nell' 800', producendo una lunga
serie di opere artistiche a lui ispirate.
Il
Kaspar Hauser di Manuli, interpretato dall'androgina Silvia
Calderoni, è perfetto archetipo, ridotto all'essenziale, di una
parte della cultura giovanile moderna, che tenta, anche attraverso la
cultura musicale e un certo tipo di nuova spiritualità (talvolta
anche spinta chimicamente) , di distaccarsi da una società che la
opprime – opprimendo quindi anche la sua stessa Anima – con
l'intenzione di ritornare, almeno durante il week-end, ad essere
nuovamente se stessa, ad essere “solo” Vibrazione.
Al
di là dei tentativi di speculazione ermeneutica, non si può
dissentire sul fatto che Manuli in ogni suo film apra un nuovo
orizzonte nel panorama del cinema italiano, un orizzonte che molti
potranno non apprezzare (de gustibus..), ma che dimostra ancora una
volta che altri mondi e altri modi di pensare l'opera cinematografica
esistono, un mondo libero, anarchico e senza le catene della
convenzionalità e della vendibilità (o prostituzione) dell'opera
d'arte.
Manuli
sfonda una parete dimensionale, che molti altri, in Italia e
all'estero, non avranno mai il coraggio o la capacità di
oltrepassare.
Purtroppo
il Kaspar Hauser di Manuli condividerà la stessa sorte del suo
protagonista, essere condannato all'oblio generale dalla cecità e
dall'arroganza del potere che lo circondano. Ma nonostante questo
mondo totalitario, anche “La leggenda di Kaspar Hauser” un posto
nel ricordo di qualcuno se lo è meritatamente conquistato

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