mercoledì 27 marzo 2013

La leggenda di Kaspar Hauser - Davide Manuli



La leggenda di Kaspar Hauser - Davide Manuli
ITA 2012
95 min.

 ...nei ritmi ossessivi la chiave dei riti tribali....(Franco Battiato)

Tra gli studi sociologici e etnologici che in questi ultimi anni si sono adoperati a cercare di codificare lo strano mondo che ruota intorno alla musica elettronica - in particolare nelle sue manifestazioni più estreme, come rave, tekno-nomadismo, e utilizzo di sostanze psicotrope – spiccano le analisi dell'etnologo francese George Lapassade, che meglio di tutti ha individuato, nell'esperienza della danza al ritmo della musica tekno - con le sue ripetizioni ipnotiche, i suoi rituali e le sue connotazioni psichedelico-spirituali – ciò che più si avvicina, nel odierno mondo occidentale, ai riti arcaici basati sugli stati alterati di coscienza, e sulla trance mistica, che tuttora oggi vengono perpetuati in molte regioni del mondo.
Al di là delle peculiarità delle singole religioni, tutti i riti che si indirizzano al raggiungimento della trance, si basano sulla trascendenza del Sé individuale, verso uno stato di coscienza superiore, più saggio e illuminato, ma allo stesso tempo ebbro e fortemente intriso di una natura panistica e orgiastica. Utilizzando una simbologia occidentale, lo stato alterato di coscienza proprio della trance, appare indubbiamente come il regno indiscusso di Dioniso, elemento primigeno della natura, dio dell'estasi e della liberazione dei sensi.
Dioniso, oltre che mezzo uomo e mezzo animale, viene descritto anche come l'Eterno Bambino, rappresentazione classica del Puer Aeternus, classificato da Jung e da Hillman come l'archetipo psicologico della fanciullezza, del rinnovamento, dell'ebrezza e del caos, con tutto il suo corollario di attributi e potenzialità sia positive che negative; nonché immagine giovanile dell'archetipo mitologico di quel “buon selvaggio” che noi “moderni” tanto nostalgicamente rimpiangiamo.
La storia di cronaca, poi mitizzata dal romanticismo e da alcuni gruppi esoterici, del Fanciullo d'Europa Kaspar Hauser, fece molto parlare di sé nell' 800', producendo una lunga serie di opere artistiche a lui ispirate.
Il Kaspar Hauser di Manuli, interpretato dall'androgina Silvia Calderoni, è perfetto archetipo, ridotto all'essenziale, di una parte della cultura giovanile moderna, che tenta, anche attraverso la cultura musicale e un certo tipo di nuova spiritualità (talvolta anche spinta chimicamente) , di distaccarsi da una società che la opprime – opprimendo quindi anche la sua stessa Anima – con l'intenzione di ritornare, almeno durante il week-end, ad essere nuovamente se stessa, ad essere “solo” Vibrazione.
Al di là dei tentativi di speculazione ermeneutica, non si può dissentire sul fatto che Manuli in ogni suo film apra un nuovo orizzonte nel panorama del cinema italiano, un orizzonte che molti potranno non apprezzare (de gustibus..), ma che dimostra ancora una volta che altri mondi e altri modi di pensare l'opera cinematografica esistono, un mondo libero, anarchico e senza le catene della convenzionalità e della vendibilità (o prostituzione) dell'opera d'arte.
Manuli sfonda una parete dimensionale, che molti altri, in Italia e all'estero, non avranno mai il coraggio o la capacità di oltrepassare.
Purtroppo il Kaspar Hauser di Manuli condividerà la stessa sorte del suo protagonista, essere condannato all'oblio generale dalla cecità e dall'arroganza del potere che lo circondano. Ma nonostante questo mondo totalitario, anche “La leggenda di Kaspar Hauser” un posto nel ricordo di qualcuno se lo è meritatamente conquistato

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