mercoledì 23 gennaio 2013

Bombe Carta


Spasmi di un settembre nebuloso
mentre dimentico sogni
essicando cadaveri, alieni
di una più pregiata essenza

Non sento più le mie urla
e tutto tace, assopimento della scintilla,
che anima la resistenza al vuoto,
qualcuno un meriggio mi disse
E' il silenzio che dona la vita al tuono!”

Ci siamo persi per sempre,
quando i nostri occhi si sono scontrati,
per la ventitreesima volta,
abbiamo rinunciato a squarciarci l'essenza,
coi nostri organi intinti di cianuro,
e le nostre menti affogate nell'ombra,
abbiamo chiuso gli occhi al divenire,
principiando a strangolarci,
dolcemente, di fantasmi in-concepiti

L'essere umano teme di Vivere,
si stringe da solo il cappio,
ancorandosi al peccato della ragionevolezza,
Dio, Satana, la Madre, la Morte e il Peccato
tutti figli della Misura

Un urlo muto mi lacera
cercando di dare un senso al vuoto che avvolge,
costruisco un ponte sul nulla
fatto con lacrime d'inchiostro

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