Esistono
delle parti insondabili in ognuno di noi, sostanze che possiamo
percepire dentro noi stessi,ma che non siamo in grado di capire, e
per gli altri non risultano meno incomprensibili del concetto del
nulla assoluto.
Ci
sono dolori che non hanno volto, che non possono essere sconfitti,
nemmeno conoscendoli, nemmeno tentando di eliminare la causa del
problema.
Dentro
di noi possiamo aver conosciuto ogni tipo di abisso, ogni tipo di
dolore, eppure, di fronte ai dolori degli altri, non possiamo far di
meglio di uno zoppo tentativo di empatizzare il dolore, nient'altro
che tentare di codificare, dare un volto “Nostro” alle
problematiche sconosciute dell'altro.
Riusciamo
solo a "donare" una patetica offerta di solidarietà, che
al beneficiario delle nostre attenzioni,non risulta più utile, o
meno fastidioso, di quanto non sia per noi insoddisfacente constatare
che nemmeno anni di esperienza nel "mestiere" della
sofferenza, ci possano rendere minimamente capaci di aiutare qualcun
altro (come se fossimo mai riusciti ad aiutare noi stessi!).
Di
fronte ad una persona afflitta da sofferenza incurabile, non possiamo
far altro che vederla appasssire davanti ai nostri occhi, lentamente
ed inesorabilmente scivolare nel suo abisso, estinguendo con sè
anche una parte di noi.